mercoledì 9 novembre 2011

XXXIII edizione Premio Letterario Città di Leonforte



CATANIA - Eva Ricciuti con il suo romanzo Una vita (quasi) normale. Anzi due vince la XXXIII edizione del Premio letterario Città di Leonforte.
Il romanzo, edito da Gruppo Albatros/Il Filo e già vincitore del Premio Circe, una donna tante culture, avvalendosi di uno stile fresco e innovativo dipinge a tratti leggeri una Catania in inedita veste ironica, in bilico tra vecchie tradizioni e modernità.

La cerimonia di premiazione, alla presenza delle autorità e della giuria, si svolgerà il 10 Dicembre 2011 alle ore 18.00 presso i locali del Cinema Evolution di Leonforte.

Il Premio letterario Città di Leonforte, nato nel 1979 e orchestrato dal prof. emerito Niccolò Mineo e dal segretario dott. Giuseppe Litteri, annovera tra i premiati celebri Adorno, Sciascia, Nigno, Dalla Chiesa, Risi, Battiato.

domenica 6 novembre 2011

Premio Letterario Città di Leonforte

Eva Ricciuti con il suo romanzo/web-com Una vita (quasi) normale. Anzi due vince la XXXIII edizione del Premio letterario Città di Leonforte.
Si tratta del secondo riconoscimento conferito al romanzo, già vinicitore lo scorso anno del Premio Letterario Nazionale Circe -una donna tante culture.

La cerimonia di premiazione, alla presenza delle autorità e della giuria, si svolgerà il 10 Dicembre.

Il Premio letterario Città di Leonforte nato nel 1979 e orchestrato dal prof. emerito Nicolò Mineo annovera tra i premiati celebri Adorno, Sciascia, Nigro, Dalla Chiesa, Risi, Battiato.

giovedì 26 maggio 2011

L'Aquila Volta la Carta




Venerdì 27 Maggio, h. 16.30
Una terrazza-caffè affacciata sul suggestivo Parco del Lago del Vetoio, farà da sfondo alla presentazione del romanzo d’esordio di Eva Ricciuti: "Una vita (quasi) normale. Anzi due", brillante affresco di una sicilianità inedita ed ironica in bilico tra vecchie tradizioni e modernità. Definito dalla stampa "Esilarante normalità", il romanzo affronta con spirito innovativo e sperimentazione stilistica l'arte del narrare in prosa.
Dal web alla carta stampata, in una informale conversazione/intervista orchestrata da Ilenia Taddei, Eva Ricciuti ci racconterà la genesi della sua opera e parlerà del suo progetto per la diffusione della letteratura tramite i new-media.
























venerdì 6 maggio 2011

Mangialibri assegna 3 panini a Una vita (quasi) normale. Anzi due



Il prestigioso portale di cultura pop e recensioni letterarie ha assegnato a Una vita (quasi) normale. Anzi due il massimo dei "panini di gradimento".
Per leggere la recensione clicca qui: http://www.mangialibri.com/node/8458

mercoledì 27 aprile 2011

Eva Ricciuti su CLIP MAGAZINE


Una vita (quasi) normale. Anzi due di Laura Distefano

Nel 2007 il suo blog era nato solo per gioco…poi “Una vita (quasi) normale. Anzi due” è diventato un libro profumato d’inchiostro e carta. Appassionata di scrittura, Eva Ricciuti, ha pensato bene di dare la possibilità al grande pubblico di leggere la sua arte. E cosa c’è di più globale ed economico di internet? Appena trentenne ha tirato fuori dal cassetto alcuni racconti che avevano per protagonista la sua Catania e li ha pubblicati. Lo stile è quello della web-com, un romanzo a puntate sulla rete… Per i pionieri della letteratura aulica, si tratta della versione informatica del romanzo d’appendice pubblicato sui quotidiani il secolo scorso. Per i cultori delle serie americane, è una sit-com trasportata nella blogosfera. Ogni racconto ha una trama ben definita con inizio e fine, anche se la storia si evolve in ogni episodio. Il treno dell’editoria classica è arrivato dopo un po’ di tempo. “Ho visto che il numero di accessi nel mio blog erano numerosi ed i riscontri erano positivi, così ho iniziato a partecipare a concorsi letterari ed ho spedito il mio lavoro a diverse case editrici, finché non ho firmato il contratto con Albatros/il Filo che ha pubblicato il romanzo nella collezione Voci nuove.” Racconta la scrittrice. L’esordio letterario è un successo inaspettato: il libro strabilia la giuria del premio letterario Circe e si classifica al primo posto. “Una vita (quasi) normale. Anzi due” è un romanzo che con comicità racconta la storia di Ilaria e Simone, due trentenni alla ricerca del sogno. Sullo sfondo di una vivace Catania, tra disastri e coincidenze surreali le loro vite seguono percorsi paralleli e, molte volte, perpendicolari. Agente di viaggio lei, agente immobiliare lui. Strade lontane, con sentieri che si incrociano in assurde situazioni e buffe casualità. Si ritrovano insieme in Egitto confinati nello stesso villaggio turistico per avvicinarsi a quella realizzazione personale che la società impone a chi ha superato le tre decadi dell’esistenza. Lo stile di Eva è fresco e frizzante, prende ispirazione dai nuovi mezzi di comunicazione: sms, chat, forum. Per esaltare ancora di più l’origine mediatica del romanzo nella copertina compaiono i famosi emoticons, le faccine che su internet ci aiutano a comunicare in maniera immediata. In mezzo a visi tristi spiccano un paio di sorridenti labbra rosse e una espressione pensierosa. La sperimentazione linguistica di Eva sta proprio nel portare la narrativa ad un livello immediato, perché la letteratura sia alla portata di tutti; e per arrivare a questo è (quasi) obbligatorio usare le terminologie che oggi fanno parte del vivere quotidiano. “Ho sempre scritto fin da piccola. A Mascalucia ho iniziato con carta e penna, oggi pigio sui tasti del mio computer e le mie storie possono essere lette da chiunque naviga sul web. Internet ha scavalcato i confini di uno scaffale in libreria, l’arte non è arte se non può essere espressa. La tecnologia, tra le sue virtù, ha questo grande potenziale: con un click puoi arrivare in ogni parte del cosmo”. Eva ha lasciato la sua cittadina alle pendici dell’Etna dopo la laurea in Lettere Moderne e si è trasferita a Roma… Nella sua mente però non ha mai lasciato la sua terra natìa perché Catania con i suoi suoni, i suoi profumi ed il suo popolo trasuda in ogni parola. Molti catanesi si riconosceranno in uno dei suoi personaggi. Espressioni dialettali, saggezza popolare e ribellione postmoderna sono i tratti inconfondibili dell’atmosfera siciliana imperniata nel romanzo. In questa opera prima Eva Ricciuti riesce a miscelare grandi temi, come la precarietà del mondo contemporaneo, la generazione di trentenni insofferenti, i ritmi del progresso, saggezza popolare e omosessualità. Un turbinio di paradossi e comiche contraddizioni che però non danno spazio neanche al lieto fine, perché l’intreccio si complica proseguendo nel peggiore dei modi come esige la linea grottesca scelta dalla scrittrice. Siamo di fronte ad un moderno Pirandello in rosa? A questa domanda potremo rispondere solo tra qualche tempo, intanto a lei vanno i nostri auguri in perfetto stile Ricciuti:







giovedì 14 aprile 2011

XXIV Salone Internezionale del libro di Torino

Con grandissimo piacere vi segnaliamo che dal 12 al 16 Maggio, Una vita (quasi) normale. Anzi due sarà presente al XXIV Salone Internazionale del libro di Torino! Cercate la vostra copia allo stand di Gruppo Albatros/Il Filo - padiglione 3 (S42). Vi aspettiamo!



Tutte le informaizoni su http://www.salonelibro.it/

giovedì 17 febbraio 2011

Esordio letterario di Eva Ricciuti “Una vita (quasi) normale. Anzi due”

16 Febbraio 2011 , Sicilia News ci dedica un articolo molto interessante



"Una vita (quasi) normale. Anzi due” è il titolo della singolare opera prima di Eva Ricciuti. Una delle rare voci fuori dal coro nella miriade di esordi letterari che caratterizzano questo ultimo periodo.

Il romanzo è un lavoro estremamente originale di scrittura che mutua dalla narrativa classica al web, ci racconta con piglio ironico le vicende di Simone ed Ilaria, giovani più o meno simpatici, più o meno belli e di successo che si muovono sullo sfondo di una Catania inedita, popolata di personaggi bizzarri.

Il sapore di questo esordio è quello scanzonato delle sit-com d’importazione americana, la trama si articola in episodi più che in classici capitoli, cui fanno da controcanto dei veri e propri “fuori scena” in cui i personaggi prendono la parola guidandoci attraverso i loro pensieri, nascosti o esplicitati con la parola. L’autrice ci regala una prosa fresca, frizzante, che sembra essere mutuata da quella delle sceneggiature cinematografiche. I dialoghi, spontanei ed efficaci, ci restituiscono il clima di una generazione che pur percependo e a volte subendo, la crisi cerca di guadagnarsi il proprio posto al sole, non trascurando lo svago, il divertimento, la levità affettiva . E’ notevole l’uso che l’autrice fa del discorso diretto facendolo via via aumentare fino ad eliminare completamente l’uso della voce narrante, tecnica che oltre ad accelerare progressivamente il ritmo della narrazione, lascia che lo scavo psicologico dei personaggi sia affidato alle loro parole, ai loro pensieri e alle situazioni surreali nelle quali talora gli stessi vengono a trovarsi.

Una voce fuori dal coro, dicevamo, una voce che ci regala la levità di sorriso ricercato e che per una volta guarda più alla letteratura ironica alla Pennac che al filone thriller che da anni ormai regna sovrano nelle nostre libreria

mercoledì 9 febbraio 2011

ESORDI BOOM GIOVANI E VINCENTI È UN'ISOLA UNDER 35


08 febbraio 2011 — pagina 10 di La Republica - sezione: PALERMO


Che abbiano la faccia da bravi ragazzi come Paolo Giordano o la prosa tagliente di Silvia Avallone, gli esordienti sono un fenomeno letterario importante. Mietono consensi, conquistano premi prestigiosi e scalano le classifiche. Sono giovani. A volte giovanissimi. E molti di loro vengono dalla Sicilia.
A dieci giorni dall'uscita, infatti, la messinese Alessia Gazzola, ventisettenne autrice del primo medical thriller italiano, "L'allieva" edito da Longanesi (recensito su queste pagine), ha già conquistato la classifica, al nono posto dietro nomi importanti come Umberto Eco, Giorgio Faletti, Nicolò Ammanitie Andrea Camilleri. «È una soddisfazione enorme non solo per me ma per tutta la squadra che mi è stata vicina a cominciare dalla mia agente, Rita Vivian alla quale avevo affidato il mio manoscritto e che lo propose a Longanesi, fino all'editore che mi ha creduto in me, mi ha sostenuta e sta promuovendo il libro».
Il successo ha baciato anche il palermitano trapiantato in Lombardia, Alessandro D'Avenia. Il suo "Bianca come il latte, rossa come il sangue" (che sembra destinato a diventare un film) lo spedì alla Mondadori come il classico messaggio nella bottiglia. Per D'Avenia la scrittura è il veicolo per restare a contatto con la realtà; è un insegnante che usa la scuola come osservatorio privilegiato sicuro che questa sia «la vita che scrivi sulla carne delle persone». Dice D'Avenia: «Prima che uscisse il mio romanzo provavo grande gioia e gratitudine verso chi mi aveva aiutato ma quando vidi per la prima volta il libro in una vetrina ebbi paura. Avevo 32 anni, età di tutto rispetto, ma m'era parso che scrivere fosse un mestiere comodo perché potevi farlo restando chiuso nella tua stanza, senza rapporti con l'esterno. Solo dopo mi resi conto che quel libro mi costringeva ad uscire, mostrarmi e confrontarmi». La sorpresa però è stata positiva perché grazie alla scrittura D'Avenia ha intessuto nuove relazioni e rapporti di amicizia.
«Con Silvia Avallone o con Fabio Genovesi ad esempio. Amo leggere i nuovi autori perché sono un fenomeno interessante e tipico del nostro tempo».
Ma perché gli esordienti hanno tanto seguito? Per il critico letterario Massimo Onofri si tratta di successo indotto dai fenomeni Giordano e Avallone.
«Su entrambi è stato fatto un lavoro di editing e di marketing: sono entrambi carini ma anche decisi - afferma Onofri - hanno un forte impatto mediatico anche se questo non è tutto. I libri vengono giudicati per quel che valgono e se una buona pubblicità è accompagnata da una buona sostanza allora il libro funziona. Naturalmente i giovani sanno anche parlare ai coetanei, usano il loro stesso linguaggioe riesconoa colpire dove il resto della produzione non arriva». Che i giovani abbiano qualcosa di nuovo da dire è opinione della palermitana Cristina Lupoli, direttore della casa editrice Tartaruga: «Al di là dell'effetto Giordano e Avallone, gli esordienti sono freschi e per loro funziona il lancio ma anche il passaparola tra i ragazzi». Alessandro Dalai, della Baldini
Non è una novità che gli esordienti abbiano successo anche quando non sono ragazzini, penso agli esordi della Tamaro o di Faletti». La Sicilia ha dato un contributo importantea questa schiera di scrittori. Parlano per tutti gli oltre tre milioni di copie di Cento colpi di spazzola dell'allora sedicenne Melissa Panarello che oggi, venticinquenne, divisa tra show televisivi e cartomanzia, continua a fare la scrittrice e ha recentemente pubblicato con Einaudi Tre. Ma sono siciliane anche la ventiduenne Annalisa Maniscalco, nata a Cefalù e residente a Parigi, autrice di Le versioni della mezza voce (Giulio Perrone Editore), Egle Rizzo, che nel 2003, giovanissima, fu una voce nuova del fantasy italiano con Ethlinn la dea nascosta (Flaccovio), ed Eva Ricciuti che ha da poco pubblicato per Albatros Una vita (quasi) normale. Anzi due dove, in una Catania divisa tra modernità e tradizione, ambienta una divertente vicenda generazionale in cui fonde il linguaggio degli sms con quello dei social network.
Fuori dal coro la ventitreenne Viola Di Grado, con Settanta acrilico trenta lana (Edizioni e/o). Vuole essere definita scrittrice e ci tiene a non venir confusa con quella che chiama la «fabbrica degli esordienti». Scrive da quand'era bambina e non si sente quindi un'esordiente.
«Leggo gli altri autori nuovi ma confesso d'essere prevenuta. In genere si pubblicano libri indecenti e il modo in cui vengono proposti mi fa pensare che quello degli esordienti sia un fenomeno artificiale». Le abbiamo chiesto perché allora il pubblico dovrebbe leggere il suo romanzo: «A prescindere dal suo valore, che non sono io a poter giudicare, il mio romanzo non si rifà a nessun modello, è una mia invenzione». L'ambizione è legittima ma forse è anche un dato generazionale perché quanti hanno letto L'indecenza (Mondadori) di Elvira Seminara, mamma di Viola alla quale il romanzoè dedicato con un simpatico gioco di parole, ritroveranno qui il tema dell'adulterio vissuto come dramma familiare e un'ambientazione domestica, cupa e claustrofobica in case assediate dalla muffa che diventano protagoniste stesse della vicenda. Autobiografismo e morte sono spesso costanti dei giovani scrittori. Non tutti, però, approdano a una grande casa editrice.
Il venticinquenne catanese Carmelo Pinna, laureando in Filosofia morale, con L'istante dopo m'innamorai di te (Sampognaro
«Non ho avuto fortuna ma in effetti non m'aspettavo molto e certo non la notorietà. Ho comunque raggiunto il mio scopo: provare a me stesso che sono in grado di comunicare con la scrittura». Per questo Pinna ha deciso di continuare e sta lavorando al nuovo romanzo, Anche le stelle piangono.
La poca sensibilità degli editori, d'altra parte, come ha dimostrato Mario Baudino nel Gran rifiuto. Storie di autori e di libri rifiutati dagli editori (Passigli) nulla toglie al valore di un romanzo. A volte può essere addirittura auspicabile un esordio tardivo. E la Sicilia ha una lunga storia di esordienti che, come Gesualdo Bufalino e Andrea Camilleri, hanno avuto successo in età matura. O, addirittura come Tomasi di Lampedusa, pubblicato, tradotto e celebrato solo dopo la morte. Ma questo è di certo un caso limite.
EMANUELA E. ABBADESSA

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/02/08/esordi-boom-giovani-vincenti-unisola-under-35.html

lunedì 17 gennaio 2011

I suggerimenti per il nuovo anno ...

Il 2011 si apre con due prestigiose citazioni per Una vita (quasi) normale. Anzi due.

Sulle pagine di Passione Libri (blog dedicato alle novità librarie), il libro viene consigliato nella sezione Autori emergenti ...
... e su Gli Italiani - un patto per l'informazione, nella sezione Libri